martedì 10 agosto 2010

Dipendente o eroe ?

Tutto ciò che la sinistra italiana non è stata capace di fare in sedici anni, governando pure un bel po’ di tempo, adesso ha trovato una soluzione: la lotta politica è stata affidata, con una firma collettiva di delega, a Gianfranco Fini, nuovo eroe nazionale e ultimo affidatario dell’antiberlusconismo. L’opposizione ha riversato su «Futuro e Libertà» intenzioni, programmi decennali, riforme elettorali, lotte per la legalità, difesa della Costituzione, argine alle leggi sulla giustizia e sulla libertà di stampa; persino sul conflitto d’interessi è stato dato mandato a Gianfranco Fini e ai suoi uomini di occuparsene e risolverlo. I politici di sinistra, da questa settimana, possono avere ufficialmente un atteggiamento passivo. Adesso osservano i fatti degli altri, se ne compiacciono, difendono a spada tratta il loro delegato, gli elencano il programma lunghissimo di cose da fare, invocano governi alternativi. La domanda che si pone ora, però, è la seguente: Fini può prendersi carico di tutta una parte del paese che ha contrastato in vari modi per tutta la vita? Si dice che Berlusconi lo abbia trattato come un suo dipendente, che appena ha mostrato dissenso è stato licenziato. Ma Fini, prima della folgorazione, è stato o non è stato, un dipendente silenzioso e allineato di Berlusconi? E per quali motivi? Partecipare al potere a ogni costo, per esempio.Ora si è svegliato, pare. Ma nonostante questo, avrei un po’ di timore a consegnare nelle sue mani le sorti dell’intero popolo di sinistra. Francesco Piccolo 02/08/2010

Stop alla Fiat



Il licenziamento di tre operai dello stabilimento di Melfi (Potenza) della Fiat (due dei quali delegati della Fiom), deciso dall'azienda il 13 e 14 luglio scorso, ha avuto carattere di ''antisindacalita''' ed e' quindi stato annullato dal giudice del lavoro, che ha ordinato l'immediato reintegro dei tre nel loro posto. Lo si e' appreso stamani. La notizia e' stata confermata dal segretario regionale della Basilicata della Fiom, Emanuele De Nicola, secondo il quale ''la sentenza indica che ci fu da parte della Fiat la volonta' di reprimere le lotte a Pomigliano d'Arco e a Melfi e di 'dare una lezione' alla Fiom. Si può ricominciare anche da qui a fare qualcosa di sinistra.

Proviamo a tornare normali

L’era berlusconiana sembra volgere al termine. La crisi innescata dai finiani ha dato il “la” all’inizio dell’agonia. Quanto durerà non è dato sapere. Ciò che è invece evidente è il grande stato di confusione che regna sotto il cielo della politica e della società italiane. Non è facile in queste condizioni fare profezie sul futuro nè su quello prossimo nè su quello a più lungo termine. È preferibile in queste condizioni “profetizzare” sul passato per trarre divinazioni sui significati profondi che sottostanno alla paurosa crisi politica che ci sta di fronte. Una parte consistente della politica e dell’elettorato del nostro paese hanno lasciato che questo nuovo regime si insediasse in modo strisciante ma inesorabile rimanendo sordi alle decine di segnali allarmanti che erano di una lampante chiarezza e ai moniti lanciati con crescente passione dai pochi lucidi e coraggiosi. Tutto ciò a soli quarant’anni dalla nefasta avventura fascista. Quali sono le ragioni che danno forza e legittimità a un regime fondato sullo strapotere di un solo uomo, rozzo, incolto e vuoto? Immaturità o peggio, ignoranza democratica, stupidità, opportunismo, servilismo, culto sconcio del proprio tornaconto personale a dispetto dell’interesse generale, miopia, vigliaccheria, conformismo. Una cosa a me pare certa: se non si darà mano ad un serio programma di educazione democratica dell’elettorato, buona parte del quale ritiene che democrazia significhi al massimo andare a votare ogni tanto dopo essersi rimbecilliti per anni davanti alla televisione, passata la nottata, la malattia del populismo, dopo un periodo di latenza riemergerà con rinnovata virulenza e ci ritroveremo con un nuovo ducetto. I politici più scafati possono comportarsi come lo struzzo, i cittadini non se lo possono permettere se vogliono vivere in un paese normale. Moni Ovadia 07/08/2010