venerdì 16 luglio 2010

Vendetta ?

Dopo Mirafiori, Melfi. La Fiat ha deciso di usare la mano pesante e dopo aver licenziato un impiegato a Torino per aver diffuso un volantino con la e-mail interna, ha replicato licenziando altri tre dipendenti, questa volta alla Sata di Melfi. Sia l' impiegato piemontese che due dei tre operai "sanzionati" in Basilicata, sono rappresentanti sindacali della Fiom-Cgil, la sigla che si è opposta e si oppone all' accordo sullo stabilimento di Pomigliano in cui legge una riduzione di tutele e diritti dei lavoratori. L' intesa è stata bocciata dal 36% dei dipendenti: i metalmeccanici Cgil parlano di "rappresaglia ed intimidazione" arrivata dopo il "ricatto" dell' accordo. Chi pensava che dopo il risultato favorevole della consultazione si potesse aprire alla Fiat una stagione di confronto e collaborazione ( Cisl e Uil) dovrà ricredersi. Se qualcuno si era illuso di superare il conflitto capitale- lavoro lasci stare. Forse Marchionne ha bisogno delle punizioni per esercitare ed affermare il suo potere? E' così, con questi sistemi, che la Fiat vuole realizzare " Fabbrica Italia" ?

venerdì 9 luglio 2010

Contro la legge bavaglio


Disintegrazione dello Stato di diritto e dello stato sociale: è un disegno strategico. Sarebbe un errore sganciare la battaglia contro la legge bavaglio da quella degli operai di Pomigliano. Diritti, economia, giustizia, lavoro: sta tutto insieme, nell' affondo neoautoritario di questo governo, portato avanti non con l'olio di ricino ma con leggi e accordi che "decostituzionalizzano" il Paese. Dividere questi fronti sarebbe un errore clamoroso. Da un lato si procede verso la verticalizzazione del potere in poche mani, con l'ipotesi dell' elezione diretta del capo dello Stato, in stile peronista e il ridimensionamento dei contrappesi costituzionali. Dall' altro la legge bavaglio in pieno stile piduista attacca i due pilastri del sistema democratico, la magistratura indipendente e i mezzi di comunicazione liberi. Accanto a questo c'è la privatizzazione dei servizi pubblici, a partire dalla scuola, con cui si mira ad annichilire le coscienze. Ora il governo va all' affondo sullo stato sociale di diritto, con l' ipotesi di modificare l' articolo 1 e il 41 della Costituzione e con l' affondo sull' articolo 18 dello Statuto dei lavoratori. Da ultimo con la vicenda di Pomigliano, che vuole comprimere il diritto di sciopero, si mira a ridisegnare i rapporti tra capitale e lavoro. Lo stesso autoritarismo che il governo impone con le leggi, si insinua anche nei rapporti sociali.


Luigi De Magistris Left settimanale 02-07-2010